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Carlo Clausetti

Carlo Clausetti

(Napoli 1869 - Fano 1941).

Fu dal 1919 al 1940 gerente della Casa Ricordi assieme a Renzo Valcarenghi dopo averne diretto la filiale di Napoli. Si era laureato in giurisprudenza ed aveva all’attivo studi di pianoforte e composizione. Nel 1901 aveva sposato Margherita Kuh, figlia di due cantanti lirici, da cui ebbe i figli Pietro ed Eugenio. Personalità versatile, manifestò doti musicali e letterarie, con un forte istinto per il campo teatrale. Di lui si ricordano alcune fortunate canzoni napoletane che svelano la sua musicalità spontanea.

Compose anche numerose liriche da camera. Animatore culturale in senso pieno, svolse attività di critico musicale su varie riviste, pubblicò delle fortunate guide all’ascolto che contribuirono alla diffusione della musica wagneriana in Italia, tradusse in italiano libretti d’opera francesi e fu al centro di operazioni importanti quali la collaborazione con la Società dei concerti e la fondazione, sempre a Napoli, della Società del quartetto. Godette dell’amicizia di Giacomo Puccini, del quale seguì da vicino tutte le tappe produttive. Curò personalmente l’allestimento di molte opere, contribuendo in modo sostanziale alla trasformazione della semplice messa in scena in vera e propria regia in senso moderno: in tale logica pubblicò le disposizioni sceniche per la Conchita di Zandonai e L’amore dei tre re di Montemezzi. Negli oltre vent’anni alla guida della Casa Ricordi contribuì a ridisegnarne la linea editoriale in accordo con le mutate esigenze del mercato musicale, aprendola alla produzione strumentale anche di area classica e preclassica, al ramo didattico, ai metodi per i vari strumenti; mentre un nuovo impulso diede agli studi storico-musicali attraverso l’attività della rivista Musica d'oggi di cui fu per vari anni direttore. Nel frattempo, anche per suo merito, il campo d’azione della Ditta si era espanso al continente sudamericano con l’apertura dell’importante filiale di Buenos Aires. Come testimoniano i suoi ricchi carteggi, Clausetti mantenne estesi contatti epistolari con musicisti, scrittori e artisti di primo piano.

Nel suo lungo periodo milanese creò un clima propizio all’incontro di letterati e musicisti, che amava ospitare nella propria casa di Via del Gesù. Morì l’8 agosto 1941, tre giorni prima che un’incursione aerea distruggesse gli stabilimenti milanesi della Casa Ricordi.

Altra Grafia
don Carluccio, gerente n.1

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