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Nicola D’Atri

Nicola  D’Atri

(Lucera 1866 - Roma 1955), pubblicista e uomo d’affari.
Laureato in giurisprudenza e scienze sociali, si radicò presto nell’ambiente romano svolgendo, tra le molte altre cose, il compito di critico musicale su «La nuova antologia», la «Rivista italiana», «La lettura» e altre testate, approdando infine al «Giornale d’Italia» di cui fu anche direttore amministrativo prima di venirne allontanato per ragioni politiche.
Nel breve periodo dal 1914 al 1916 era stato segretario particolare di Antonio Salandra alla cui figura rimase sempre fedele, intrattenendo col seguente fascismo rapporti poco o tanto conflittuali.
Ricoprì ruoli dirigenziali tanto al Teatro Reale dell’Opera quanto a Santa Cecilia di cui ricoprì i ruoli di accademico e di presidente.
Sposato con Augusta Cavasola (detta Mimina), non ebbe figli ma numerosi parenti in entrambi i rami; allevò come un figlio un nipote rimasto orfano in giovane età e chiamato anch’egli Nicola (Nicolino) D’Atri. Le sue frequentazioni erano vastissime nel mondo della cultura e degli affari, ove esercitava la più ampia influenza. La sua casa romana di Via Basento ospitò in varie occasioni Riccardo Zandonai, il cui successo egli aveva contribuito a creare attraverso interventi sulla stampa animati da convinta e appassionata adesione. Intrattenne anche contatti regolari con il pittore trentino Vittorio Casetti, che aveva trasferito il suo studio a Roma.

Altra Grafia
Nicola; Nicolino; conte zio

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